23/02/2010 - 

L’UNIONE SARDA - 
Martedì 23 febbraio 2010 - 

‘Ogni deserto nasconde un pozzo da qualche parte...(Antoine de Saint-Exupéry, “Il Piccolo Principe”).
In copertina lo sguardo di una bambina che chiede risposte. Da chi? Forse da quel Opotho che dà il titolo al piccolo prezioso libro di cui stiamo parlando. Opotho, in lingua Temnè, significa uomo bianco. Bianco come quelli che hanno contribuito a rendere la Sierra Leone un luogo disperante, bianco come quelli che si impegnano a renderlo più vivibile: i volontari come padre Ignazio Poddighe, e i soci dell'associazione Lovebridges.
Ponti d'amore, significa in una delle nostre potenti lingue occidentali, e dice tutto dell'impegno che questi volontari profondono per le popolazioni africane. Sono medici, artigiani, infermieri, tecnici, fotografi, persone generose e intelligenti: hanno capito che per dare un senso alla propria vita occorre occuparsi di quella degli altri. Il libro li racconta. Attraverso le loro storie, attraverso le immagini: drammatiche, sconcertanti, poetiche, persino divertenti. Mostrano alla nostra indifferenza il dolore, la fatica, la fame. E la gioia di essere lì.
Edito in mille copie (la prima tiratura), distribuito fuori dai circuiti delle librerie, ideato dall'agenzia Pubblicitaria Riganera e dallo studio fotografico Ales&Ales di Cagliari. curato nella grafica da Marta Putzulu, “Opotho” ha un obiettivo: contribuire alla costruzione e alla gestione di un centro medico a Lokomasama. Chi vuole saperne di più, acquistare il libro e dare così un segno concreto di solidarietà ai volontari di padre Ignazio e all'intera operazione, può mettersi in contatto col sito www.associazionelovebridges.org, www.opotho.it e nella pagina Facebook Opotho.
M.P.M.