04/03/2009

- L’UNIONE SARDA
- Mercoledì 04 marzo 2009 -

Progetti di sviluppo con la collaborazione di tanti volontari, dell’Asl e della Provincia.
L’esperienza nella Sierra Leone di don Ignazio Poddighe.
Nel paese africano i volontari del Sulcis Iglesiente sono impegnati ogni giorno nell’assistenza ai poveri.

Il cuore del Sulcis batte in Sierra Leone. A Lokomasama, per la precisione. Ovvero uno dei luoghi più poveri e dimenticati della terra, martoriato dalla guerra durata dodici anni e dove sino ad un anno fa non c'erano né acqua, né centro medico, né istruzione per i bambini. Ora, grazie all'impegno dei volontari guidati da don Ignazio Poddighe, ex amministratore parrocchiale di Bacu Abis, quella terra lontana sta cambiando aspetto e anche sui volti dei bambini è ritornato il sorriso. Decine di loro hanno la prospettiva di un futuro migliore grazie alla formula delle adozioni a distanza (che richiedono un impegno di 200 euro all'anno), e nell'immediato avranno la certezza di potere ricevere cure in strutture adeguate, istruzione e assistenza.
IL RACCONTO. «Abbiamo visitato per la prima volta questa parte di Africa nel febbraio del 2008 - racconta don Ignazio, rientrato due settimane fa dalla Sierra Leone e in procinto di ripartire per portare altri aiuti - siamo rimasti subito colpiti dallo stato di immensa povertà e dalla condizione di degrado in cui i bambini sono costretti a vivere». Impossibile restare indifferenti. «Così abbiamo deciso di darci da fare, iniziando la costruzione del Centro medico Giovanni Paolo II, che entrerà in funzione nel giro di qualche mese. Allo stesso tempo abbiamo avviato le opere per la realizzazione della mensa Madre Teresa di Calcutta, dove troveranno posto 350 bambini».
LA SOLIDARIETÀ. Il tutto grazie all'impegno, anche economico, di ogni singolo volontario, ma anche alla solidarietà di tanti cittadini del Sulcis Iglesiente. «Pur essendo un territorio che vive una condizione critica - aggiunge don Ignazio - si caratterizza per la sua generosità in favore di chi più ha bisogno. Ma la nostra rete di solidarietà ha varcato i confini del territorio e della Sardegna, spingendosi fino a Bergamo e anche a Londra. Le conoscenze di ciascuno di noi hanno permesso di coinvolgere tante altre persone che, di volta in volta, ci accompagnano nei nostri viaggi in Sierra Leone». Un aiuto è arrivato anche da molte ditte private, farmacie, amministrazioni pubbliche, come ad esempio la Asl e la Provincia che hanno fornito arredi necessari per le strutture in costruzione. Di recente il gruppo di volontari ha costituito un'associazione, presieduta da Fabio Diana, che si chiama "Lovebridges" ovvero i ponti d'amore. Quelli che sono stati costruiti idealmente partendo dal Sulcis verso l'Africa. L'associazione ha sede a Iglesias, in via Ferraris 16.
Cinzia Simbula