25/03/2020 - L'UNIONE SARDA WEB -  Mercoledì 25 marzo 2020 - Può capitare che - in piena emergenza coronavirus - sia l'Africa a tendere una mano all'Italia. Facendo arrivare a Iglesias un carico di mascherine. Direttamente dalla Sierra Leone, uno dei Paesi più poveri al mondo dove, dal 2008, sono attivi i volontari dell'associazione Love Bridges, fondata e presieduta dal sacerdote iglesiente Ignazio Poddighe.
Ora quel ponte che unisce Iglesias al Paese africano ha permesso di fare un percorso inverso, proprio nel momento di estrema difficoltà in cui si trova l'Italia. Sono diverse centinaia le mascherine arrivate in questi giorni dall'Africa: oltre alla donazione per la Polizia locale, sono state destinate alla Sodalitas (associazione che fa parte del 118 e gestisce la mensa dei poveri), a volontari, famiglie e altre organizzazioni che collaborano con Love Bridges.
"Non esistono confini quando qualcuno ha bisogno d'aiuto - dice don Ignazio - e in questo momento difficile per la nostra comunità è la Sierra Leone a tenderci la mano. Vogliamo essere vicini alla nostra città con un piccolo gesto di aiuto e solidarietà che ci arriva dal Love Bridges Centre di Lokomasama".
Si tratta, nello specifico, del Centro medico che costituisce il primo e più importante progetto dell'associazione, realizzato con gli aiuti arrivati anche dal Sulcis Iglesiente.
La struttura è stata inaugurata nel 2012 e l'assistenza sanitaria è stata, da subito, garantita dalla sinergia tra personale del posto insieme a medici e infermieri italiani. Nell'agosto del 2014, a causa dell'epidemia ebola, è stato chiuso; uno stop concluso a dicembre del 2015, quando è stato riaperto sotto la gestione di Emergency per un progetto post ebola finanziato dall'Unione europea.
Da due anni la struttura è di nuovo sotto la gestione dell'associazione di Iglesias e si occupa di dare assistenza sanitaria primaria alle popolazioni. Don Ignazio si rammarica del fatto che la disponibilità di mascherine non sia elevata.
"Anche se saranno come gocce nell'oceano, avranno comunque un po' di utilità - scrive il sacerdote nella lettera indirizzata al sindaco e al comando della Polizia municipale - Per questo motivo abbiamo pensato di donarle a una di quelle categorie che, dopo i sanitari, stanno lavorando sul campo per garantire la nostra sicurezza. Restiamo uniti col pensiero positivo e nella speranza che questo dramma possa trovare presto soluzione".
Cinzia Simbula